L'elenco delle chiese dei relativi comuni è momentaneamente non al completo. La Fondazione Isola del Romanico Sardegna sta lavorando per completarlo il prima possibile.

Santuario di Santa Maria di Bonarcado

Santuario di Santa Maria di Bonarcado

Si tramanda che un cacciatore, smarritosi nel fitto bosco che occupava questi luoghi, avrebbe scoperto il santuario che divenne subito meta di numerosi pellegrini. Da qui il significato che tuttora si dà alla parola “bonacatu”: “buon ritrovamento”.
Altra interpretazione gli attribuisce invece il senso di “buona accoglienza”.
Forse il santuario mariano più antico dell’isola, con una struttura a croce e una cupola al centro dell’incrocio dei bracci, tutti con volte a botte.
Durante gli scavi archeologici degli anni novanta sono stati rinvenuti i resti di un complesso termale appartenente a una villa rustica del I secolo d.C., con pavimenti a mosaico e i resti di un praefurnium (forno per aria calda). In epoca bizantina, dopo un lungo periodo di abbandono, le strutture furono trasformate in una chiesa, usando tecniche simili a quelle impiegate per la chiesa di San Giovanni di Sinis.

Località: Bonarcado

Provincia: Oristano

Indirizzo: SP15, 81, 09070 Bonarcado OR

La testata del braccio occidentale ebbe una facciata romanica tra 1242 e 1268, ad opera delle stesse maestranze attive nell’ampliamento della basilica.
Nella parte inferiore della facciata in basalto scuro e trachite rossa si profilano larghe paraste d’angolo e archetti arabeggianti aperti al colmo da un minuscolo lobo.
La parte alta rivela rifacimenti posteriori sia dei conci sia dei bacini ceramici.
All’interno, tutti i bracci della chiesa sono coperti da volte a botte, con quattro archi che emergono sopra il vano centrale, sostenendo una pseudocupola. L’età altomedievale dell’edificio è evidente dalla muratura irregolare e dalla presenza di conci in pietra e laterizio alternati. Il pavimento conserva frammenti di mosaico del III-IV secolo e una vasca, un tempo decorata a mosaico e utilizzata forse come battistero.
Sull’altare è conservata una formella in terracotta raffigurante la Madonna col Bambino, realizzata in Toscana tra il 1350 e il 1400, incastonata in una nicchia sormontata da una conchiglia, richiama lo stile di Donatello e Michelozzo. Si ipotizza che l’opera sia stata commissionata da uno dei priori dell’abbazia.

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