Chiesa di Santa Maria d’Itria
Chiesa di Santa Maria d’Itria
Conosciuta come Santa Maria di Bangio, la chiesa di Guasila è dedicata alla Madonna d’Itria, situata nell’agro del villaggio. Il suo nome deriva dalla villa medievale Banxo de Liri, di cui era la parrocchiale. Il borgo faceva parte della curatoria di Trexenta ed è documentata sin dal 1219. La leggenda narra che l’abitato fu distrutto dalla “musca maccedda” e i sopravvissuti, accolti nel vicino insediamento di Guasila, dedicarono la chiesa a Santa Maria in segno di gratitudine per averli salvati. Tuttavia, la chiesa romanica, costruita su un sito più antico che rivela insediamneti in epoca nuragica e romana cambiò nome quando il culto della Madonna d’Itria si diffuse in Sardegna dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453. Mancano notizie sulla fabbrica romanica della chiesa, la facciata a sudovest, a cui si addossa in portico che protegge l’ingresso e che risale molto probabilmente al XVII secolo e serviva da rifugio per i pellegrini, come tipico nelle chiese rurali di quel periodo, è realizzata con regolari cantonetti di arenaria grigia e rappresenta l’unico elemento originario, risalente alla seconda metà del XIII secolo e lievemente rimaneggiato nel tempo. Gli altri elementi strutturali, incluso il campanile a vela, sono stati ricostruiti nel corso dei secoli, utilizzano in parte il materiale originale. Gli angoli superiori del prospetto frontale sono ornati con capitelli decorati a foglie appuntite, che insieme ad altri fregi, contribuiscono all’abbellimento della superficie. L’interno della chiesa è scarsamente illuminato e dotato di una piccola abside attualmente tamponata. L’altare, risalente alla seconda metà del Settecento, ospita una preziosa pala raffigurante la Vergine col bambino.